Caleidoscopio di invenzioni e incompetenze
Le più evidenti e scusateci “clamorose” sono quelle riferite ai due storici (arieccoli!) barlettani più noti e cioè Savino Loffredo e mons. Giuseppe Damato meglio conosciuto come Don Peppuccio.
Nel caso del Loffredo tutto è scaturito dall’innata curiosità che contraddistingue un archivista con un po’ di esperienza lavorativa il quale, il 2005 in occasione delle celebrazioni per il centenario della morte dello storico, volle togliersi lo sfizio di andare a controllare gli atti di nascita del 1828 e al n.283 risultava che a Barletta il giorno 18 aprile si era presentato il sig. Giuseppe Loffredo il quale aveva denunziato la nascita del proprio figlio al quale dava il nome di Sa(V)ino ed il cognome di Loffredo.
Per compiere questa piccola verifica non sono serviti più di cinque minuti, tempo e scrupolosità però che non hanno avuto nel lontano 1905 i funzionari comunali che stilarono la delibera n.131 del 1° maggio, Sindaco il Cav. Uff. Arcangelo Cafiero con la quale lo stesso, Presidente dell’Assemblea, in occasione della commemorazione del Loffredo deceduto una settimana prima (il 24 aprile 1905 n.d.r.) proponeva che “…a perpetuare la memoria è doveroso che si adottino provvedimenti più duraturi delle consuete condoglianze e perciò l’Amministrazione comunale propone che alla Biblioteca Comunale si dia il nome di Sabino Loffredo; a quella biblioteca nella quale furono da Lui depositati tutti i documenti e tutti gli studi che serviranno di fondamento alla Storia di Barletta”.
Questo errore si è poi perpetuato nel tempo senza che nessuno mai avesse preso l’iniziativa di verificarlo prima e correggerlo poi mettendo così fine ad un imbarazzo che appare sin troppo pesante per un istituto culturale qual è la biblioteca comunale, anzi si è perseverato (come recita quel detto …perseverare è diabolico ?) con buona pace di coloro che aspirano ad una cultura e ad una informazione esatta. Infatti all’indice dei comunicati stampa del Comune di Barletta del 2005 quella del 27 giugno recitava “Orari estivi della Biblioteca Comunale Savino Loffredo”, ma quando si andava a leggere il corpo del comunicato, meraviglia delle meraviglie, Sa(v)ino ridiventa Sa(b)ino. Qualcuno potrebbe obiettare che era lo stesso Loffredo che si firmava Sabino e stiamo parlando di un giurista, letterato e storico.
Accettiamo, da persone democratiche e quindi aperte ad ogni giusta osservazione, anche questa tesi, ma subito ci salta agli occhi un altro errore ( o orrore ?) storico; vi dice niente il nome di don Peppuccio Damato ?
E si, il religioso e storico barlettano che ha raccontato il periodo delle due guerre ed è stato artefice della rivalutazione della Disfida di Barletta avendo avuto anche la felicissima idea, in collaborazione con il cav. Daddato e l’allora assessore allo Sport Turismo e Spettacolo Vittorio Grimaldi, di riproporre il Certame cavalleresco così gradito ai concittadini e ai turisti, si firmava D’Amato.
Altro colpo di scena ! Scatta immediatamente ulteriore e rapido controllo degli atti di nascita e al n.1641 del 1886 risulta che il giorno 8 del mese di dicembre “nasce DAMATO (senza apostrofo) Giuseppe figlio di Giovanni e di Francabandiera Maria ”.
A questo punto ( facendo il verso al mitico Lubrano) sorge spontanea la domanda: “ Visto che per il Loffredo si è scelto di intitolare la Biblioteca comunale riportando il nome Sabino, dato che così si firmava, perché nell’intitolare a Don Peppuccio la piazzetta prospiciente il Monte di Pietà la Commissione per la toponomastica ha optato per il cognome risultante dagli atti di nascita e cioè Damato senza apostrofo?”
Due pesi e due misure o ennesimo errore da collocare nella nostra piccola bottega degli errori? Parrebbe chiaramente più valida la seconda ipotesi anche se ci sembra alquanto strano l’ostinazione (o diabolicità come recita il proverbio ?) nel perpetuare l’errore quando sarebbe alquanto facile porvi rimedio facendo, per una volta, giustizia su un fatto storico così evidentemente “deviato”.
La nostra buona intenzione di conservare la forma originale di nomi ed avvenimenti, sappiamo benissimo che si scontrerà con la complicata sommatoria di errori originali, a volta volutamente mantenuti o corretti per scelta, che ha portato all’attuale situazione.
Lasciateci, però, almeno sperare che qualcuno raccolga il nostro invito ma anche se così non fosse, crediamo che il lavoro svolto costituisca comunque un contributo di qualche valore alla diffusione di informazioni che diversamente andrebbero disperse anche se sono di semplice reperibilità ed accesso, basta recarsi al n.132 di via Ferdinando D’Aragona, sede della Sezione di Archivio di Stato di Barletta.
Michele Grimaldi
Funzionario Archivio di Stato