Sabato, 20 Aprile 2024
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Questo è Halloween – Parte II: il Lupo Mannaro

Dopo aver dedicato lo scorso articolo ad alcuni dei più illustri rappresentanti della categoria “Non-Morti”, è bene dedicare questo intero articolo ad un mostro che è entrato di diritto nella leggenda, emblema dell’orrore in sé da un secolo e mezzo a questa parte: il Licantropo, o se preferite il Lupo Mannaro.

Questo è Halloween – Parte II: il Lupo Mannaro
Questo è Halloween – Parte II: il Lupo Mannaro

Dal greco lukos (lupo) e anthropo (uomo); oppure dal latino Lupus Hominarium; in qualsiasi modo lo vogliate chiamare, il solo nome indica che il Licantropo è un mostro per metà uomo e per metà lupo, per quanto il discorso sia molto più complicato.

Intendiamoci, nella cultura popolare dell’ultimo secolo, che ha il pregio di aver cristallizzato le caratteristiche salienti della creatura, identificare i caratteri del Lupo Mannaro è piuttosto semplice: la licantropia è, nella cultura popolare attuale, una sorta di maledizione, che viene trasmessa ad un uomo comune attraverso il morso di un lupo “maledetto” o “demoniaco” o di un altro Licantropo.
Al morso consegue la condanna a trasformarsi, ogni notte di luna piena, in una creatura dalle vaghe sembianze umanoidi ma per il resto più simile al lupo. In questo stato, l’uomo non è più in controllo di se stesso e la bestia in cui si trasforma, spesso e volentieri, ha come preciso obiettivo quello di ammazzare le persone più care al suo lato umano.

Ora, questo è il Lupo Mannaro come è conosciuto oggi… ben diverso da quello che era comune trovare in qualche leggenda! La figura di Licantropo forgiata nella letteratura e nei film horror si è presa un sacco di licenze poetiche e furti di tradizioni legate ad altre creature qua e là che hanno completamente ridisegnato la figura del mostro che esiste tutt'oggi.

Per esempio, tradizionalmente la Licantropia non era trasmissibile con il morso: questa è una caratteristica che gli scrittori di horror hanno mutuato dai vampiri; oppure la trasformazione del Lupo Mannaro era, nel 90% dei casi nelle tradizioni antiche e medievali, del tutto e perfettamente volontaria. La sua natura di maledizione senza scampo non esiste da molto, e dipende da alcuni racconti mitologici e folkloristici che prevedevano questa trasformazione licantropo come una sorta di punizione per crimini gravi.

Dunque a questo punto viene naturale porsi una domanda: in origine, chi o cosa era un Lupo Mannaro?

La risposta è al tempo stesso semplice e complessa: un Lupo Mannaro era solitamente uno stregone che, attraverso un qualche feticcio magico, poteva forzare il suo corpo a diventare quello di un lupo enorme e mostruoso, seppur con alcune, importanti, differenze.

Innanzitutto, il pelo di un Licantropo è solitamente di colore nero, e i suoi occhi rossi, le zampe composte non da quattro bensì da cinque falangi e, cosa più importante di tutte, non presentavano coda. Alcuni racconti, forse anche umoristici, ci dicono che i Lupi Mannari corressero con una zampa spesso posta fra le zampe posteriori per dissimulare una coda e non farsi scoprire!

Da qui ne discende anche un’altra caratteristica fondamentale: gli originali Licantropi non avevano forme semi-antropomorfe, bensì nella composizione fisica erano del tutto simili a dei lupi, con un’andatura a quattro zampe, per quanto fossero di stazza decisamente superiore. Solo in tempi più recenti il Lupo Mannaro ha acquisito la possibilità di camminare sulle zampe posteriori. La trasformazione in lupo nero mannaro, poi, era piuttosto meno indolore che contrarre la maledizione attraverso il morso. Solitamente lo stregone, una volta venduta la propria anima al diavolo (altrimenti non si parlerebbe di stregoni secondo la morale e la logica medievale), necessitava di pochi ingredienti: si parlava o di una cintura di pelle di lupo consegnata direttamente dal diavoletto di turno, o di una pelle di lupo intera con le ossa del cranio ancora intatte e presenti sotto pelle come se fosse una sorta di elmetto indossabile, o ancora di un estratto che poteva contenere varie erbe, come la luparia, o sangue di lupo da spalmarsi addosso. Esistono diversi versione a seconda della zona, o nazione, delle leggende.

Quale fosse il catalizzatore, indossato sul proprio corpo il feticcio trasformava lo stregone in Lupo Mannaro, con tutte le caratteristiche che lo contraddistinguevano: enorme forza e ferocia, artigli affilatissimi, velocità e astuzia molto al di sopra di una comune bestia.

Riconoscere gli uomini che erano soggetti a queste trasformazioni era però piuttosto facile: a parte il sopravvenire di un certo irsutismo e di una strana fame di carne al sangue, lo stregone di turno soffriva gli effetti della trasformazione, passando diverse ore dopo la stessa in preda a dolori, febbre e un’enorme stanchezza.

A quel punto, si agiva solitamente con due metodi piuttosto classici: fuoco, argento o esorcismo.

Tutti e tre questi metodi erano molto efficaci… perché ovviamente non si hanno molte notizie di Lupi mannari catturati e uccisi con questi tre mezzi. Solitamente infatti l’accusato di Licantropia veniva preso quando era in forma umana e condannato a morte quando era più vulnerabile. Dare la caccia a un lupo mannaro dopo che si è traformato, magari quando lo si vede girarsi verso la luna per il classico ululato, è tutto un altro discorso. Le armi di argento, specie se ricavate da crocifissi o arredi sacri, erano quelle più consigliate per allontanare le creature.

Esistono svariati metodi con cui si può contrastare il Lupo Mannaro. Praticamente ogni regione del mondo in cui è presente la leggenda di questa creatura (si parla di tutta l’Europa fino ad alcune regioni russe, esclusa l’Inghilterra in cui i lupi sono estinti da parecchio tempo) utilizza un mezzo diverso. In Sicilia per esempio si usava dire che i Lupi mannari non potessero salire le scale; in centro Italia si diceva invece che bastava far sfogare il “maledetto” che avesse subito la Licantropia durante il giorno per far esaurire la forza demoniaca della creatura; in Piemonte invece le armi di argento dovevano essere forgiate e benedette unicamente il giorno di Natale, altrimenti non avrebbero avuto un vero effetto.

Insomma, le versioni sono tante, anzi troppe, senza contare tutti quei casi in cui la trasformazione lupo mannaro era una punizione divina per chi aveva compiuto gravissimi crimini, certamente tradizioni derivanti da miti come quello di Licaone, punito da Zeus a diventare un ibrido uomo-lupo per essere stato un re despota e, soprattutto, un pessimo ospite.

Ma gli esempi da fare circa le storie mitologiche alla base di questa creatura sono ancora più numerosi. Senza citare tutti i diversi articoli, o notizie, sull'argomento "Ma il lupo mannaro esiste?" che si possono trovare online ai nostri giorni.

Un solo fatto è certo: la cultura popolare, specie la letteratura horror, ha forgiato e ricostruito una versione di Lupo Mannaro ben più famosa e “unitaria” rispetto alle decine di versioni regionali diverse. Così come è accaduto per l’ultimo mostro che tratteremo in questo trittico di articoli.