Il movimento – precisa Massimiliano Martelli, delegato per la Lombardia – si prefigge l’ambizioso obiettivo “di riaccorpare in un unico partito (l’FNI appunto) tutti i vari movimenti sovranisti e anti-euro“, seppure esprima soprattutto “una comunanza d’ideali di cittadini non professionisti della politica” che “si sentono in dovere di dover fare qualcosa per cambiare questa situazione“.
Nato su Facebook sei mesi fa, FNI fa suo il motto di Marine Le Pen: “né destra né sinistra”, toccando argomenti del tutto nuovi, quale per esempio l’abolizione dei sindacati e l’abolizione delle regioni (sostituite dalle province). Ma non mancano proposte che mirano a risolvere problemi più vicino ai bisogni degli italiani, come quelle relative alla prima casa e l’automomia energetica.
Lo sbarco dei “lepenisti” in Italia era del resto solo questione di tempo. Il grande successo del partito di Marine Le Pen da qualche tempo ha iniziato a far breccia anche nel nostro paese, soprattutto grazie ai social network. Il che rende il tutto assai paradossale, se pensiamo che il FN, quando venne fondato nel 1972, ebbe come modello l’MSI di Giorgio Almirante, dal quale prese in prestito persino la fiamma. Oggi l’MSI è morto e sepolto, mentre il FN vive in Francia una sua seconda giovinezza, proponendosi addirittura come modello di riferimento del nazionalismo italiano, prontamente colto dal FNI.
A cura di Giuseppe Palmitessa, referente FNI